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i compiti del lettore

1. L'ambone, mensa della parola 
Secondo il desiderio del concilio Vaticano II (SC 51), nelle celebrazioni liturgiche bisogna preparare «la mensa della parola di Dio» con maggiore abbondanza e di­schiudere così più profondamente la ricchezza della Scrittura (introd. al Messale, n. 34); «infatti nelle letture... Dio parla al suo popolo... e offre un nutrimento spirituale» (ivi, n. 33). I cristiani debbono lasciarsi formare «dalla parola di Dio», così come «si nutrono alla mensa del corpo del Signore» (SC 48). 
L'architettura della chiesa deve perciò riservare il giusto spazio e la giusta collocazione alla sede del sacerdote, all'altare e all'ambone. Questo, quale luogo della proclamazione della parola di Dio, esige «nella chiesa un luogo adatto..., verso il quale, durante la liturgia della parola, spontaneamente si rivolga l'attenzione dei fedeli». Tenuta presente la struttura di ogni chiesa, esso «deve essere disposto in modo tale che i ministri possano essere comodamente visti e uditi dai fedeli» (introd. al Messale, n. 272).
L'ambone serve esclusivamente alla predicazione e al­la proclamazione: al lettore per le letture, al diacono e al sacerdote per il vangelo e l'omelia.

2. Un ministero liturgico
II lettore, uomo o donna, fa parte nell'assemblea liturgica degli «uffici particolari» (introd. al Messale, n. 65ss), che sono «un vero ministero liturgico» (SC 29). Egli «è istituito per proclamare le letture della sacra Scrittura, eccetto il vangelo; può anche proporre le intenzioni della preghiera universale e, in mancanza del salmista, recitare il salmo interlezionale» (introd. al Messale, n. 66).
Che il lettore non agisca su delega, ma in qualità di «laico» eserciti un «proprio compito», è confermato dall'esplicito rilievo ch'egli deve svolgerlo anche se so­no presenti un sacerdote e un diacono (ivi, n. 66, cfr. anche n. 34). Ciò vale, per esempio, anche quando l'eucaristia viene concelebrata da più sacerdoti.
L'abilitazione a svolgere il proprio compito egli la riceve fondamentalmente dai sacramenti dell'iniziazione cristiana e dell'incorporazione nella Chiesa. Ogni cri­stiano battezzato e confermato contribuisce a ogni celebrazione liturgica, perché partecipa al sacerdozio uni­versale di tutti i fedeli. L'«ufficio particolare» allude alla partecipazione piena, cosciente e attiva di tutta l'assemblea cultuale e la promuove. L'ufficio del lettore mette anche in luce il dovere di tutti i mèmbri del popolo di Dio di dedicarsi alla evangelizzazione, alla predicazione e alla testimonianza del messaggio della salvezza.

3. Il servizio della parola, servizio per la fede del popolo di Dio
L'ufficio del lettore non consiste solo nel leggere ad alta voce, ma significa e richiede: che uno si impegni con tutte le forze a capire un testo; metta a disposizione la propria voce come uno strumento; si metta al servizio della parola di Dio.
Esso è un servizio particolare reso alla fede del popolo di Dio, dal momento che questa è radicata nella parola di Dio.
Perciò i lettori di una parrocchia dovrebbero costituire un gruppo, che si raduna regolarmente. Tali riunioni non servono solo a stabilire i turni, ma soprattutto ad approfondire la formazione liturgica, al fine di contribuire responsabilmente e comunitariamente con gli altri ministranti alla buona riuscita delle celebrazioni liturgiche parrocchiali. Importante è lo studio e la discussione di questioni fondamentali della scienza biblica, e della fede, nonché lo studio delle letture scritturistiche da proclamare. Oltre a continuare lo studio della liturgia e della Bibbia e ad approfondire la formazione spirituale, bisogna prestar continuamente attenzione anche all'educazione della voce. Alcune parti della formazione dei lettori possono essere più facilmente svolte di tempo in tempo a livello di forania o di diocesi.
L'ufficio del lettore è di norma un ufficio che sta in rapporto alla comunità. I responsabili della parrocchia eventualmente d'accordo o su sollecitazione del gruppo dei lettori - invitano altri cristiani, che partecipa­no alla vita parrocchiale, ad assumersi questo servizio. I nuovi lettori vengono debitamente presentati la prima volta all'assemblea. In tali occasioni è opportuno spiegare il significato e il senso dei diversi ministeri liturgici.
Noi pensiamo qui ai lettori che lavorano abitualmente in questo modo nelle nostre parrocchie, non a quelli che vengono istituiti in qualità di candidati all'ordinazione sacerdotale. Per tutti vale comunque la direttiva dell'istituzione: «Mentre annunziate agli altri la parola di Dio, sappiate accoglierla in voi stessi con piena docilità allo Spirito Santo; meditatela ogni giorno per acquistarne una conoscenza sempre più viva e penetrante, ma soprattutto rendete testimonianza con la vostra vita al nostro salvatore Gesù Cristo». E nella preghiera di benedizione leggiamo: «Fa' che nella meditazione assidua della tua parola ne siano intimamente illuminati per diventarne fedeli annunziatori ai loro fratelli».

4. Le funzioni particolari del lettore
Affinché «la stessa disposizione della celebrazione manifesti la Chiesa costituita nei suoi diversi ordini e    ministeri» (introd. al Messale, n. 58), il lettore dovrebbe svolgere nel corso di una medesima celebrazione liturgica solo questa funzione (e non operare contemporaneamente, per esempio, da ministro straordinario della comunione).
Durante la processione d'ingresso può portare l'evangeliario, precedendo direttamente il sacerdote. Dopo la venerazione dell'altare (di solito con un inchino) ve lo depone sopra e prende posto nel presbiterio con gli altri ministri (cfr. introd. al Messale, n. 148s).
In certi luoghi egli rimane nella navata della chiesa e si dirige all'ambone solo al momento della lettura. Nelle chiese grandi ciò viene spesso sentito come un disturbo. E la stessa cosa dovrebbe ripetersi per la preghiera dei fedeli? Inoltre, va imponendosi sempre più l'usanza di far indossare vesti liturgiche ai ministranti, vesti che sono già state introdotte in varie forme anche per le donne. Ciò significa che tutti questi ministeri liturgici costituiscono assieme al sacerdote un gruppo di membri della comunità, che si impegnano a svolgere durante la celebrazione un servizio particolare a favore del­l'assemblea.
Il lettore «proclama all'ambone le letture che prece­dono il vangelo. In mancanza del salmista può anche proclamare il salmo responsoriale dopo la prima lettura», nonché «suggerire le intenzioni della preghiera universale» (introd. al Messale, n. 150s). 
È conveniente che più letture siano proposte da più lettori, anche se bisogna sempre tener conto della situazione pastorale della parrocchia.

5. Formazione dei lettori
II ministero della mensa della parola riesce bene solo se si verificano determinate condizioni e si soddisfano determinate esigenze per cui è indispensabile dedicarsi alla formazione dei lettori.
 1. Il lettore deve conoscere bene l'ordinamento delle letture e dei lezionari, almeno per quanto riguarda le domeniche e le feste degli anni A, B e C; i giorni feriali dell'anno I e II (anni dispari e anni pari); le messe dei santi (che offrono spesso varie possibilità di scelta).
 2. Inoltre deve sapere che tra i libri biblici e in uno stesso libro esistono generi letterari diversi: storia, lettere, profezia, poesia...; esistono diversi modi di esprimersi: affermazioni, professioni di fede, racconti, parabole.
 3. È utile che pensi agli uditori e si regoli su di essi. Col suo modo di parlare, guardare e comportarsi deve stabilire un certo contatto con essi, creare una comunicazione. Dato che si ascoltano in maniera diversa le persone cui ci si sente legati, bisogna tener conto della relazione fra lettore e comunità. Tale relazione esiste già in una certa misura a motivo dei rapporti comunitari, che sono stati stretti nella vita quotidiana al di fuori della celebrazione. Esiste tutto un tessuto di relazioni tra coloro che si radunano per la celebrazione. Si tratta di una cosa da tenere a mente, sfruttare e perfezionare.
 4. È necessario conoscere l'uso del microfono. Mantenere una distanza dai 20 ai 30 cm. Parlare direttamente nella sua direzione (regolare l'altezza e l'angolatura). Non troppo forte, in maniera chiara e disciplinata.
 5. La preparazione è indispensabile: leggere ad alta voce a casa; approfondire il testo, renderselo familiare; pensare a quello che si legge; quello che non capisco non posso neppure comunicarlo in maniera comprensibile.
 6. Articolare il testo. Fare le debite pause: la punteggiatura non è sempre un criterio attendibile.
 7. Controllare, soprattutto le prime volte, col registratore il ritmo della lettura, le pause, il volume, il tono della voce, l'articolazione, la respirazione, la melodia della frase, la cadenza, le inflessioni dialettali.
 8. Non accentuare troppo. Porre solo un accento principale nella proposizione. Non evidenziare gli aggettivi, le negazioni e la finale della frase. Vedere le connessioni e le relazioni.
 9. Prima di un'affermazione importante è utile fare una pausa per aumentare la tensione.
10. Accedere con calma all'ambone. Aspettare che tutti si siano seduti e sistemati. Respirare profondamente. Cominciare a parlare lentamente.
11. Alla fine terminare con calma. Breve pausa di silenzio prima di cominciare il salmo responsoriale.